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Roma, 29 Settembre 2001
 
 
 















IL RITORNO A CHICAGO



















IN AMERICA DOPO IL '38

IL RITORNO A CHICAGO
Dopo la guerra Fermi è uno dei protagonisti della nascita della fisica organizzata su base industriale e supportata da grandi mezzi: gruppi numerosi di fisici, grandi macchine acceleratrici e sostanziosi finanziamenti.
Nel mese di Maggio del 1946 parla in pubblico delle applicazioni pacifiche dell'energia atomica proponendo di utilizzare i reattori autofertilizzanti per produrre energia. I progetti di questo utilizzo dell'energia atomica suscitano l'ostilità del settore militare ma Fermi continua deciso per la sua strada e convince il direttore del laboratorio di Argonne a costruirne uno, che in suo onore verrà chiamato "The Enrico Fermi Atomic Power Plant".
In seguito si trasferisce all'Università di Chicago dove svolge attività di ricerca parallelamente all'insegnamento: come aveva fatto anni prima a Roma raduna attorno a sè giovani laureati a cui dà lezioni private nel suo studio, una o due volte a settimana fondando così una nuova scuola di fisica teorica. Uno dei suoi studenti, Chen Ning Yang (futuro premio Nobel) ricorda così le lezioni di Enrico: "per ogni argomento aveva l'abitudine tipica di cominciare sempre dall'inizio, faceva esempi semplici ed evitava per quanto possibile i formalismi. (Usava ripetere per scherzo che il formalismo complicato era per "gli alti prelati"). La semplicità dei suoi ragionamenti creava l'impressione di una totale mancanza di sforzo da parte sua. Ma quest'impressione è falsa: la semplicità era il risultato di un'accurata preparazione e di una ponderata valutazione delle possibili diverse alternative di esposizione".
Dal '47 al '50 è commissario del General Advisory Committee, comitato che ha il compito di esprimere pareri tecnici e scientifici sui programmi civili e militari per lo sviluppo dell'energia nucleare. I suoi interessi scientifici in quel periodo sono rivolti allo studio dei mesoni e dell'origine dei raggi cosmici. Su quest'ultimo tema terrà una conferenza a Como, nel 1949, in occasione di un congresso internazionale: dopo 11 anni di assenza ritorna per la prima volta in Italia ritrovando gli amici di un tempo.
Tornato di nuovo in America si trova nel bel mezzo della discussione per la realizzazione della potente bomba all'idrogeno: inizialmente contrario alla sua costruzione ritiene comunque doveroso dare il suo contributo quando gli Stati Uniti accelerano la realizzazione del progetto in seguito alla scoperta che un fisico inglese di origine tedesca aveva dato informazioni all'Unione Sovietica sulla bomba-H dal '42 al '49. I lavori proseguono a Los Alamos e nel novembre 1951 gli Stati Uniti fanno esplodere la prima bomba all'idrogeno, che sviluppa un'energia quasi 1000 volte superiore alla bomba sganciata su Hiroshima.