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Roma, 29 Settembre 2001
 
 
 









I RAGAZZI DI VIA PANISPERNA

















 

 



Aula di fisica di Via Panisperna



 

 

 

 

 



Biblioteca di Via Panisperna

 














































FERMI IN ITALIA FINO AL '38


I RAGAZZI DI VIA PANISPERNA
Dopo la laurea viaggia per alcuni anni grazie ad alcune borse di studio e dall'autunno del 1924 ai primi mesi del 1926 è a Firenze col duplice incarico di meccanica razionale e di fisica matematica. E' di questo periodo il celebre lavoro sulla statistica delle particelle con spin ½ che in suo onore vengono attualmente chiamate fermioni. A 25 anni vince il primo concorso a cattedra di fisica teorica a Roma, dove prenderà servizio dal 1° Gennaio 1927. Qui, all'Istituto di fisica di via Panisperna, Fermi sceglie gli studenti che mostrano maggior talento per costituire un gruppo di ricerca, i "Ragazzi di via Panisperna", di cui fanno parte Rasetti, Amaldi, Segrè, Majorana, e in seguito il pisano Bruno Pontecorvo. Tre volte a settimana Enrico dà ai ragazzi delle lezioni private di fisica, spiegando loro i concetti fondamentali con una semplicità stupefacente.
Il 19 Luglio 1928 sposa con rito civile Laura Capon, di origini israelite.
Negli anni successi è invitato a partecipare a numerose conferenze internazionali. Nel 1933 "La ricerca scientifica" pubblica un suo articolo sulla disintegrazione dei nuclei (conosciuta oggi come teoria di Fermi), scoperta teorica giudicata da lui stesso più importante di quella per cui ebbe il Premio Nobel, che ha dato inizio a tutta una serie di conseguenze fino alla scoperta dei bosoni intermedi fatta da Carlo Rubbia negli anni '80.
Negli anni '30 il gruppo di via Panisperna lavora in modo omogeneo e tra i suoi componenti si crea un legame di amicizia; infatti sono inseparabili anche durante il tempo libero, e sono così affiatati che si danno pure dei nomignoli: Segré viene soprannominato il Cardinale Prefetto alle biblioteche, Majorana il Grande Inquisitore, Fermi il Papa (per la sua infallibilità), Rasetti il Cardinal Vicario, Corbino (direttore dell'Istituto di via Panisperna, oltre che fisico e senatore) il Padre Eterno e Cesare Trabacchi (direttore del laboratorio di fisica della direzione generale di Sanità Pubblica) la Divina Provvidenza perché provvede alle sostanze radioattive per gli esperimenti.
Il gruppo non dispone di grandi mezzi ed attrezzature. Vengono in loro aiuto due delle doti di Fermi, la grande chiarezza e capacità di semplificare le cose, andando all'essenza del problema, e la manualità. Enrico riesce a costruire da solo gli strumenti necessari alle ricerche; i ragazzi imparano così addirittura, a soffiare il vetro per costruire le provette destinate a contenere gli elementi chimici utilizzati nelle ricerche. Segré ricorda quando, scherzando, i ragazzi dicevano che "se Enrico avesse avuto bisogno di un chiodo sarebbe andato a scavare il ferro in miniera."
Nel 1934 Irene Curie (figlia di madame Curie) e il marito Federico Joliot scoprono la radioattività artificiale e Enrico decide di lavorare con il suo gruppo per migliorare il sistema di induzione della stessa sostituendo alle particelle alfa i neutroni.
Inventa così la pistola a neutroni, un marchingegno con il quale bombarda con i neutroni di un elemento radioattivo uno che non lo è; se l'elemento irradiato assorbe i neutroni diventa radioattivo.
Dopo che i ragazzi di via Panisperna hanno bombardato un elemento, sono costretti a correre dall'altra parte dell'istituto per due motivi: per allontanarsi dalla sorgente naturalmente radioattiva, che può alterare le misurazioni fatte con il contatore Geiger, e perché spesso la radioattività indotta artificialmente dura solo pochi secondi. Il professor Amaldi ricorda che in alcune giornate i ragazzi si facevano anche una corsa ogni 2 minuti, per una media di 30 corse all'ora!
Da questi esperimenti ottengono 41 elementi radioattivi su 60 bombardati; un giorno, nell'estate del '34, avviene un fatto strabiliante: irradiando l'uranio misurano una radioattività altissima, quasi doppia di quella naturale dell'elemento. Gli esperimenti vengono ripetuti più volte, ottenendo sempre gli stessi risultati; sembra inoltre che dall'irraggiamento dell'Uranio nascano due nuovi elementi più pesanti, detti transuranici. Il morale del gruppo è alle stelle e viene quindi subito informato della scoperta il direttore Corbino; l'unico che nutre ancora dei dubbi sulla vera natura della scoperta è Enrico. I suoi dubbi non vengono però presi in considerazione e viene subito informata la stampa della scoperta di due nuovi elementi, l'Ausonio e l'Esperio, nomi dati da Corbino in onore di due antiche popolazioni italiche.
Soltanto la chimica tedesca Ida Noddack ipotizza che sia stata realizzata la fissione dell'atomo di Uranio; ma questa ipotesi è ritenuta priva di fondamento in quanto in contrasto con le idee del tempo e Fermi avrà la conferma dei suoi dubbi più tardi quando si scoprirà che in realtà il nucleo dell'atomo di uranio colpito da un neutrone si spezza in due parti quasi uguali emettendo neutroni.




1934 - Fermi a Panisperna mentre sperimenta