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I RAGAZZI DI VIA PANISPERNA
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Aula di fisica di Via Panisperna
Biblioteca di Via Panisperna
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FERMI IN ITALIA FINO AL '38
I RAGAZZI DI VIA PANISPERNA
Dopo la laurea viaggia per alcuni anni grazie ad alcune
borse di studio e dall'autunno del 1924 ai primi mesi del 1926 è
a Firenze col duplice incarico di meccanica razionale e di fisica matematica.
E' di questo periodo il celebre lavoro sulla statistica delle particelle
con spin ½ che in suo onore vengono attualmente chiamate fermioni.
A 25 anni vince il primo concorso a cattedra di fisica teorica a Roma,
dove prenderà servizio dal 1° Gennaio 1927. Qui, all'Istituto
di fisica di via Panisperna, Fermi sceglie gli studenti che mostrano
maggior talento per costituire un gruppo di ricerca, i "Ragazzi
di via Panisperna", di cui fanno parte Rasetti, Amaldi, Segrè,
Majorana, e in seguito il pisano Bruno Pontecorvo. Tre volte a settimana
Enrico dà ai ragazzi delle lezioni private di fisica, spiegando
loro i concetti fondamentali con una semplicità stupefacente.
Il 19 Luglio 1928 sposa con rito civile Laura Capon, di origini israelite.
Negli anni successi è invitato a partecipare a numerose
conferenze internazionali. Nel 1933 "La ricerca scientifica"
pubblica un suo articolo sulla disintegrazione dei nuclei (conosciuta
oggi come teoria di Fermi), scoperta teorica giudicata da lui stesso
più importante di quella per cui ebbe il Premio Nobel, che ha
dato inizio a tutta una serie di conseguenze fino alla scoperta dei
bosoni intermedi fatta da Carlo Rubbia negli anni '80.
Negli anni '30 il gruppo di via Panisperna lavora in modo omogeneo e
tra i suoi componenti si crea un legame di amicizia; infatti sono inseparabili
anche durante il tempo libero, e sono così affiatati che si danno
pure dei nomignoli: Segré viene soprannominato il Cardinale Prefetto
alle biblioteche, Majorana il Grande Inquisitore, Fermi il Papa (per
la sua infallibilità), Rasetti il Cardinal Vicario, Corbino (direttore
dell'Istituto di via Panisperna, oltre che fisico e senatore) il Padre
Eterno e Cesare Trabacchi (direttore del laboratorio di fisica della
direzione generale di Sanità Pubblica) la Divina Provvidenza
perché provvede alle sostanze radioattive per gli esperimenti.
Il gruppo non dispone di grandi mezzi ed attrezzature. Vengono in loro
aiuto due delle doti di Fermi, la grande chiarezza e capacità
di semplificare le cose, andando all'essenza del problema, e la manualità.
Enrico riesce a costruire da solo gli strumenti necessari alle ricerche;
i ragazzi imparano così addirittura, a soffiare il vetro per
costruire le provette destinate a contenere gli elementi chimici utilizzati
nelle ricerche. Segré ricorda quando, scherzando, i ragazzi dicevano
che "se Enrico avesse avuto bisogno di un chiodo sarebbe andato
a scavare il ferro in miniera."
Nel 1934 Irene Curie (figlia di madame Curie) e il marito Federico Joliot
scoprono la radioattività artificiale e Enrico decide di lavorare
con il suo gruppo per migliorare il sistema di induzione della stessa
sostituendo alle particelle alfa i neutroni.
Inventa così la pistola a neutroni, un marchingegno con il quale
bombarda con i neutroni di un elemento radioattivo uno che non lo è;
se l'elemento irradiato assorbe i neutroni diventa radioattivo.
Dopo che i ragazzi di via Panisperna hanno bombardato un elemento, sono
costretti a correre dall'altra parte dell'istituto per due motivi: per
allontanarsi dalla sorgente naturalmente radioattiva, che può
alterare le misurazioni fatte con il contatore Geiger, e perché
spesso la radioattività indotta artificialmente dura solo pochi
secondi. Il professor Amaldi ricorda che in alcune giornate i ragazzi
si facevano anche una corsa ogni 2 minuti, per una media di 30 corse
all'ora!
Da questi esperimenti ottengono 41 elementi radioattivi su 60 bombardati;
un giorno, nell'estate del '34, avviene un fatto strabiliante: irradiando
l'uranio misurano una radioattività altissima, quasi doppia di
quella naturale dell'elemento. Gli esperimenti vengono ripetuti più
volte, ottenendo sempre gli stessi risultati; sembra inoltre che dall'irraggiamento
dell'Uranio nascano due nuovi elementi più pesanti, detti transuranici.
Il morale del gruppo è alle stelle e viene quindi subito informato
della scoperta il direttore Corbino; l'unico che nutre ancora dei dubbi
sulla vera natura della scoperta è Enrico. I suoi dubbi non vengono
però presi in considerazione e viene subito informata la stampa
della scoperta di due nuovi elementi, l'Ausonio e l'Esperio, nomi dati
da Corbino in onore di due antiche popolazioni italiche.
Soltanto la chimica tedesca Ida Noddack ipotizza che sia stata realizzata
la fissione dell'atomo di Uranio; ma questa ipotesi è ritenuta
priva di fondamento in quanto in contrasto con le idee del tempo e Fermi
avrà la conferma dei suoi dubbi più tardi quando si scoprirà
che in realtà il nucleo dell'atomo di uranio colpito da un neutrone
si spezza in due parti quasi uguali emettendo neutroni.
1934 - Fermi a Panisperna mentre sperimenta
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